giovedì 14 luglio 2011

Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2010-2011: prospettive migliori ma rischi in agguato

da News del CNEL

La crisi degli ultimi due anni ha colpito la crescita dell’economia, ma ha risparmiato in parte l’occupazione che ha retto grazie al sistema di ammortizzatori sociali, che hanno salvato 833 mila posti di lavoro. Tuttavia, giovani e Mezzogiorno hanno visto crescere le difficoltà e le prospettive per il 2011 non consentono di garantire una crescita tale da recuperare i posti di lavoro persi.

E’ la sintesi delle conclusioni alle quali è giunto il Rapporto Cnel sul Mercato del Lavoro 2010-2011, realizzato dal team guidato dal prof. Carlo dell’Aringa e presentato il 14 luglio 2011 in una iniziativa aperta dal Presidente del Cnel Antonio Marzano, con la partecipazione del Presidente della Commissione (III) del Cnel Edoardo Patriarca, del presidente dell’Istat Enrico Giovannini, e del Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.

Il Rapporto ha messo in evidenza che il sistema italiano degli ammortizzatori , pur proteggendo i lavoratori dagli aspetti più gravi della caduta produttiva, non è comunque riuscito a evitare che fossero i giovani con occupazione a tempo determinato a subire i contraccolpi maggiori della crisi.

Il Rapporto parla di una dimensione generazionale della crisi che ha visto peggiorare anche la prospettiva di passaggio ad una occupazione stabile; mentre prima della crisi il 31% dei giovani occupati con contratto temporaneo passava ad una occupazione stabile, dopo la crisi ciò accadeva solo per il 22%. Non solo: mentre prima della crisi il fenomeno dei NEET (né occupati, né in formazione) si aggirava intorno al 16% dei giovani (16-24 anni) e al 24 % per i giovani adulti (25-30 anni); dopo la crisi la percentuale è salita rispettivamente al 18,6 e al 28,8 % nel terzo trimestre 2010.

Il Mezzogiorno ha sofferto più di altre zone del Paese, con un calo dell’occupazione che è stato del 5%: più di tre volte superiore al calo subito nel Nord ( 1,5%). Peraltro il tasso allargato della disoccupazione meridionale (disoccupati più “scoraggiati” che interrompono la ricerca) ad una quota pari al 24,5%.

Lavoratori stranieri e lavoro femminile sono le due grandezze che hanno visto crescere la base dell’occupazione, ma mentre per l’occupazione femminile la crescita si è accompagnata ad una bassa qualificazione dei posti di lavoro, nella componente di occupazione straniera, aumentata di 330 mila unità fra il 2008 e il 2010, i tassi di disoccupazione negli anni della crisi vengono segnalati dal Rapporto Cnel in misura nettamente superiore alla componente italiana.

Di particolare rilievo l’analisi relativa ai titoli di studio ed alle competenze richieste dal mercato del lavoro.

La laurea e la qualificazione garantiscono posti di lavoro più della istruzione inferiore, anche se solo per un terzo dei casi di livello coerente al titolo di studio. Fra il 2007 e il 2010, gli occupati laureati sono infatti aumentati ( +286mila persone) mentre gli occupati con basse qualifiche ed istruzione sono diminuiti (- 887 mila lavoratori).

Il Rapporto analizza il modello virtuoso tedesco che, grazie a competitività ed esportazioni, è riuscito ad attraversare la crisi di crescita europea senza soffrire in termini di perdita occupazionale, ed indica proprio quel modello, fatto di qualificazione, istruzione e politiche attive di reinserimento dei lavoratori nel circuito produttivo. Le prospettive 2011 indicate dal Rapporto non sono negative. Nonostante tutto, gli indicatori non segnalano un allarme di disoccupazione strutturale in Italia e indicano che, nello scenario base, con una crescita del Pil tra lo 0,5% e l’1%, la flessione delle unità del lavoro sarebbe leggera, gli occupati crescerebbero dello 0,3% ed il tasso di disoccupazione scenderebbe dall’8,4 al 8,1%.

Nello scenario meno favorevole, invece, la ristrutturazione potrebbe continuare. Nell’uno come nell’altro caso la domanda di lavoro futura vedrà aumenti maggiori per le professioni qualificate e contrazioni per il lavoro meno qualificato.

Roma – 14 luglio 201

Nessun commento:

Posta un commento